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BETTY BLUE – ELISABETTA FRANCHI
Tra i protagonisti del fashion luxury italiano, Elisabetta Franchi si è affermata non solo per il suo stile elegante e riconoscibile, ma anche per un approccio innovativo e tecnologico alla produzione. L’azienda ha saputo integrare sapientemente tradizione sartoriale e digitalizzazione, dando vita a un modello produttivo in cui qualità artigianale ed efficienza industriale convivono in perfetto equilibrio.
Nel 2006, Elisabetta Franchi ha acquistato un ex stabilimento farmaceutico dismesso, trasformandolo, dopo un’attenta fase di progettazione, nell’attuale headquarter dell’azienda. Inaugurato nel 2008, lo spazio oltre 6.000 metri quadrati immersi nel verde alle porte di Bologna è oggi il cuore pulsante di tutte le attività aziendali: dalla ricerca dei materiali alla progettazione dei capi, fino alla produzione dei prototipi.
In questo contesto, la digitalizzazione non è stata un semplice adeguamento ai tempi, ma una scelta strategica precisa. Adottare strumenti tecnologici avanzati ha permesso all’azienda di ottimizzare i flussi di lavoro, ridurre i tempi di sviluppo e mantenere sempre altissimi gli standard qualitativi. L’obiettivo è stato chiaro fin da subito: valorizzare la manualità e l’expertise sartoriale attraverso un’organizzazione produttiva efficiente, agile e completamente connessa.
All’interno del quartier generale, alle porte di Bologna, prende forma ogni fase della produzione: dalla ricerca dei materiali allo sviluppo dei prototipi, tutto avviene in casa, sotto lo sguardo esperto di modelliste e tecnici. Il lavoro è tanto, i ritmi sono serrati basti pensare che ogni anno vengono sviluppati oltre 1000 stili ma grazie all’organizzazione digitale, ogni passaggio scorre in modo fluido.
Un elemento chiave in questo sistema è il CAD Create di Crea Solution, uno strumento che ha rivoluzionato la modellistica all’interno dell’azienda. Le modelliste possono lavorare su nuovi capi o modificare quelli esistenti accedendo a un database centralizzato, condiviso tra tutti i reparti. La possibilità di importare direttamente qualsiasi formato CAD, anche proprietario, senza passaggi intermedi, ha velocizzato enormemente il flusso di lavoro.
Anche la quotidianità al computer è diventata più snella: ognuna ha potuto personalizzare la propria barra degli strumenti, scegliendo le funzioni più utili, così da lavorare con rapidità e precisione. E poi c’è Expander, il modulo dedicato allo sviluppo taglia, che permette di automatizzare moltissime operazioni: si possono sviluppare taglie in serie, modificare più punti insieme, controllare che tutto sia allineato in pochi clic. Il bello è che, se si modifica il modello base, tutte le taglie si aggiornano automaticamente. Un risparmio di tempo enorme, che lascia spazio alla creatività e all’attenzione ai dettagli.
Naturalmente, nulla sarebbe possibile senza una piattaforma davvero aperta, capace di dialogare con altri software e permettere una collaborazione agevole anche con service esterni. Ed è proprio questa capacità di integrazione che consente a Elisabetta Franchi di essere così reattiva e organizzata, senza mai perdere il controllo su qualità e processo.
L’approccio tecnologico, però, non ha snaturato l’anima sartoriale del brand. Al contrario, l’ha potenziata. Automatizzare ciò che può essere automatizzato ha permesso di lasciare spazio al tocco umano dove serve davvero: nella rifinitura, nella scelta dei materiali, nel controllo qualità.
In un settore in cui il tempo corre veloce e la competizione è alta, Elisabetta Franchi dimostra come sia possibile mantenere l’eccellenza sartoriale anche in un contesto digitale, sfruttando la tecnologia per rendere ancora più forte la propria visione di moda.
