Cristina Effe e Crea Solution guardano al futuro e puntano sui giovani

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Alta qualità dei materiali, continua ricerca stilistica, creatività, amore per la bellezza, artigianalità e attaccamento alla propria storia sono i valori che distinguono il brand di moda Cristina Effe. Bertelli srl è infatti una azienda made in Italy che da oltre 20 anni opera nel settore tessile servendo i mercati di Italia, Russia, Spagna, Belgio, Olanda,  Hong Kong e Cina.

L’azienda, grazie alle tecnologie acquisite a fianco di Crea Solution, ha digitalizzato i processi creativi attraverso sistemi CAD che velocizzano la produzione e la creazione dei modelli di abbigliamento. Ed è stato proprio grazie alla grande intuitività di questi sistemi e alla usabilità delle piattaforme che è stato possibile per Bertelli organizzare ogni anno un’esperienza altamente formativa all’interno dell’azienda per i giovani aspiranti modellisti che provengono da tutta Europa. I ragazzi che hanno aderito a queste attività e che aderiranno anche quest’anno si mostrano molto entusiasti perché in un percorso di fast-learning riescono a contribuire ai processi aziendali. Tutto questo è stato possibile grazie all’iniziativa di Lorenzo Santachiara, Direttore Operativo di Cristina Effe da oltre 10 anni, che ha una visione aziendale che punta al futuro, sui giovani e accoglie le nuove sfide della globalizzazione e comunicazione digitale.

Il Direttore Operativo, Lorenzo Santachiara ci racconta la sua visione

Quando ha cominciato a sentire l’esigenza di digitalizzare i processi aziendali?

Mi sono da sempre interessato all’evolversi della tecnologia e non ho trovato difficoltà a farlo fin dalla mia prima esperienza in Max Mara negli anni 80 all’interno del loro sistema CAD per gli anni all’avanguardia. Di conseguenza sono sempre stato attento a quanto veniva offerto dal mercato sul fronte di queste tecnologie, l’incontro negli anni 90 con Mirko Zilli e l’amicizia nata ha fatto il resto.

Da cosa è nata la sua volontà di investire sulla formazione dei giovani Europei e dare vita a questo progetto di formazione?

Credo che la necessità di vivere sul campo ciò che la scuola ti insegna sia parte fondamentale della conoscenza che un modellista e un tecnico debbano avere e anche se in una piccola azienda come la nostra può diventare di difficile attuazione, siamo riusciti a far uscire dalla nostra azienda,  ragazzi europei “soddisfatti” di aver collaborato attivamente alla realizzazione di un progetto aziendale.

Cosa ha reso possibile questa esperienza di formazione?

Devo dire che la mia tenacia ( vi garantisco che non è una passeggiata ) la disponibilità della proprietà che mi ha assecondato in questa decisione, alla disponibilità di Crea Solution nell’averci supportato in maniera esemplare a livello tecnologico e soprattutto alla facilità d’uso dei programmi messi a disposizione diventati di facile uso quotidiano per tutti gli studenti ci hanno portato a poter affrontare queste esperienze ( ormai siamo al quinto anno di collaborazioni con importanti scuole tecnico moda europee ) con molta serenità e soddisfazione di tutte le parti interessate.

Quanto è importante per le imprese di moda italiane investire sui giovani?

E’ sempre più fondamentale poter “porgere” il saper fare ai giovani direttamente sui problemi dell’azienda come cerchiamo di fare noi con i ragazzi durante questi stage perché il futuro nella moda lo giocheremo solamente con i giovani che saranno richiesti ( e saranno tanti nei prossimi anni ) per un diverso modo di gestire il nostro mondo.

Vista la sua pluriennale esperienza nel settore, che differenze riscontra tra i professionisti di una volta e i giovani millennials e generazione z?

Non credo sia giusto parlare di differenze, i tecnici di una volta hanno affrontato esperienze sul campo che oggi sono sempre meno richieste ai giovani tecnici. Se una volta si insegnava ai faconisti a cucire, oggi di questo ne sentiamo meno il bisogno oppure lo sentiamo in modo diverso per restare al passo con la tecnologia o per gestire il reshoring in atto in Italia.

Dai giovani invece, dobbiamo sicuramente gestire il loro “normale” uso della tecnologia perché sempre più sarà richiesta questa competenza a vari livelli d’intervento operativo in azienda e sarà necessario valorizzarne la competenza

Ha dei consigli per le aziende italiane che vogliono investire sulle giovani leve?

Certo, un unico consiglio : FATELO!